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Recensioni di alcune produzioni presentate a FIL Milano OFF Festival


Ciò che ha scritto Barbara Risi - autore del programma #CortoMilanese di Milano AllNews e regista - dopo avere visto alcuni spettacoli del circuito Milano OFF Festival 2017 presentati presso il Teatro la Scala della Vita. #mioff2017 #FILgood
 

Il Teatro La Scala della Vita se non ci fosse dovrebbero inventarlo. È situato all'interno dell'ospedale milanese Macedonio Melloni e consiglio a tutti di sbirciare il loro cartellone, sia quello rivolto ad un pubblico adulto che quello molto ampio e curato riservato ai bimbi, dai due anni in su, ce n'è per tutte le età e per tanti gusti.

Detto questo, passo al mio principale scopo, ossia quello di lasciare le mie osservazioni riguardo due spettacoli che sono stati in scena su questo palco durante il Milano Off: "Fragile Fiabesk" e "Lo scambio dei ventagli".

 

Spettacolo "Fragile Fiabesk": recensione di Barbara Risi

Parto con "Fragile Fiabesk", di Valeriano Gialli, con gli attori Valeriano Gialli e Paola Corti e le danzatrici Marzia Raballo ed Elena Rolando. Una messa in scena gradevolissima riesce a gestire con grazia e leggerezza l'argomentazione trattata e non era semplice. L'argomento di Fragile fiabesk sono le paura più profonde, terribili, gli oscuri pozzi di orrore in cui non si riesce neanche a guardare, che pure accadono. E' la parte più oscura di quella Humanitas Terenziana che ci ricorda che "Sono un essere umano, nulla di ciò che è umano mi è alieno", insomma, è quando sai che esistono traditori dell'amore profondo, padri e madri che uccidono i propri figli, figli che uccidono i propri genitori e il fatto che costoro appartengano alla tua specie ti fa scavare trincee tra la tua e la loro umanità, ma sul fondo di queste trincee si agitano incubi che, a volte, hanno anche fatto nascere quelle fiabe popolari che Calvino, per fortuna, raccolse nei libri "Fiabe italiane" salvandole dall'oblio di una tradizione orale che oggi è quasi scomparsa. Le fiabe popolari sono ricettacolo di storie orribili trasformate in metaforici racconti, questo spettacolo raccoglie questa grande tradizione e la elabora mediante una narrazione composta da recitazione, coreografie e pantomime che lo rendono vivace, gradevolissimo, anche divertente, in alcuni passaggi, abilissimo a coinvolgere lo spettatore in un percorso a strati che si fa seguire ed apprezzare grazie alla prima lettura leggera, per per poi rilasciare i seguenti approfondimenti alla sensibilità di ciascuno.

Spero abbia la diffusione che merita, il coraggio e l'abilità di chi ha costruito questo meccanismo così complesso e al contempo così semplice dovrebbe poter arrivare alla piazza grande. Complimenti a tutti e in bocca al lupo.

Spettacolo "Lo scambio dei ventagli": recensione di Barbara Risi

"Lo scambio dei ventagli" è la rielaborazione di "Hanjo" che è uno dei "Cinque Nò moderni" di Yukio Mishima, autore giapponese la cui storia ed opere consiglio a tutti di approfondire. Il regista, Stefano Bernini, ci ha regalato un assaggio della poetica di un tipo di teatro e di un autore che non viene affrontato spesso, lo ha fatto restituendo al pubblico uno spettacolo affascinante, semplice e profondo, oserei dire un Nò moderno contaminato dalla nostra tradizione di teatro-danza e di prosa contemporanea, sospendendo in un luogo e in un tempo non esattamente definibili le storie poetiche delle tre creature protagoniste al sapor di giappone, ma più vicine alla nostra esperienza. Un'operazione delicata, semplice da fruire e, per questo, dal valore anche culturale di avvicinamento ad un autore che ha avuto il merito di attualizzare un tipo di Teatro tradizionale giapponese riavvicinandolo alle nuove generazioni e al resto del mondo.

Misurate, abili ed efficaci le interpreti Tiziana Colombo, nel ruolo Jitsuko, la pittrice dalla psicologia intricata ed inquietante, resa con abilità ed efficace naturalezza, e la danzatrice e attrice Giovanna Tauro, nel ruolo della protagonista Hanako, la fragile geisha che trova la sua forza e la sua vita nella follia, di cui riesce a esprimere ogni indomabile variazione emotiva.

Uno spettacolo coraggioso e di grande valore culturale, oltre che gradevolissimo da seguire.

In bocca al lupo.

Spettacolo "Che fine ha fatto Betty Boop?": recensione di Barbara Risi

È tra i 6 spettacoli che sono riuscita a vedere, ed il più vicino al mio gusto personale, per argomentazioni e avendo letto la sinossi. I cultori di genere sono i più feroci giudici di coloro che osano metter mano a questo tipo di opere circondate da anni di approfondimenti e di riflessioni. Per dire, molti di noi Tolkeniani sogniamo di incontrare Peter Jackson per riversargli addosso la nostra ira funesta. Non potevo perdermelo, non potevo lasciare Betty sola in mano a sconosciuti che chissà cosa ne stavano facendo...

Bene, ora l'ho visto e quindi mi preme scriverne, perché, amici, dovete sapere che non potete perdervelo!

Anna Giarrocco e Andrea Benfante della compagnia il Teatrino di Bisanzio, gli accellenti attori e autori di "Che fine ha fatto Betty Boop?", hanno messo in scena uno spettacolo che ha ben due enormi pregi:

  1. Fa avvicinare al pubblico la scoperta di Max Fleischer e della sua produzione artistica mediante un semplice e gradevolissimo meccanismo, ossia i suoi personaggi più famosi che dialogano con lui, dietro alle sue spalle, al pubblico, ricostruendo quel po' di biografia che serve a seguire un filo conduttore, come anche a stimolare l'approfondimento, per i più curiosi;
  2. In scena ci sono Betty Boop e Koko il Clown in carne e ossa, ma sono proprio loro! La loro forma, il loro carattere, le loro caratteristiche movenze, la loro leggerezza oltre ogni reale possibilità di giudizio, cui pur sono stati sottoposti, grazie alla sempre efficace Censura che vive e lotta contro ogni fuoriuscita da schemi precostituiti a favore del Pensiero Unico che tanto giova colà ove si puote ciò che si vuole.

Una boccata di ossigeno per noi, oltre che per Betty Boop e Koko il Clown che sono tornati a calcare le scene in grandissimo stile.

Elementi scenici appropriatissimi a teletrasportarci nel loro mondo di carta e inchiostro, costumi fedeli, di ottima fattura, a prova di nerd.

Grazie infinite ad Anna ed Andrea per avere messo in piedi un'opera che farà felici i resilienti in tutte le città in cui riusciranno a portarlo.

Chi non compra questo spettacolo è un Mikey Mouse!

 

Collegamenti:

 
Parole mosse
Apertura Virgolette per citazioneChi ha imparato ad ascoltare gli alberi non brama più di essere un albero. Vuole essere quello che è. (Hermann Hesse)
Chiusura Virgolette per citazione

Citazioni dagli spettacoli di teatro, movimento e danza messi in scena



Spunto Mixteatro

Sembra quasi che Doris Humphrey e Charles Weidman, entrambi danzatori, e i fisici Galileo e Newton abbiano avuto appunti in comune: uno dei punti cardine alla base dello stile di danza Humphrey-Weidman è la ricerca condotta sul sistema di reazione alla forza di gravità del corpo umano. In particolare:

  • l'opposizione di forze di caduta e recupero (fall and recovery)
  • l'equilibrio e il disequilibrio (balance and unbalance)
  • l'oscillazione da una parte all'altra (swing and sway)
MIXTEATRO 2.0
Muovendosi tra scienza e arte - mixteatro.it